"Ciò che non si può dire in poche parole, non si può
dire neanche in molte". Queste le ultime parole postate sul suo profilo
Facebook da Stefania Noce, 24 enne siciliana uccisa per mano del proprio
compagno coetaneo lo scorso dicembre.
Stefania era una di noi: una compagna, una donna, una
ragazza impegnata.
Il
suo nome purtroppo si aggiunge all’elenco troppo lungo di vittime di
femminicidio: si… così ci piace chiamarlo. Perché oggi in Italia come nel mondo
si muore di violenza contro la donna “in quanto donna”.
La
dimostrazione di potenza (presunta potenza) che motiva ed anima gesti estremi
come quello di togliere la vita ad un altro essere umano, non ci troveranno
ovviamente mai rassegnate e non ci demotiveranno: continueremo a lottare affinché
a noi donne non venga mai più servito il “conto da pagare” con la vita solo
perché si è scelto di essere sé stesse, solo perché a testa alta si rivendica
un proprio spazio di autonomia, si sceglie di vivere la propria vita.
Oggi 26 gennaio, in
contemporanea in diverse città d’Italia, si accenderanno migliaia di fiaccole
per ricordare Stefania Noce e tutte le donne vittime di violenza. L’iniziativa
è promossa da Se non ora quando di Catania e vi hanno aderito nuovi comitati
SNOQ e tante associazioni e organizzazioni politiche.
Il tema della lotta alla
violenza di genere è un tema fondante la società che stiamo costruendo; nessuna
di noi deve sentirsi esclusa dal compito che ci richiama al dovere di lottare
per l’affermazione di diritti che ciclicamente pare vengano messi in
discussione.
Oggi si presenta nella sua
massima attualità l’esigenza di riportare al centro della discussione le
tematiche femminili, il punto di vista delle donne, per non disperdere i
contributi e le lotte che nel tempo sono state sostenute da chi prima di noi ha
assunto su di sé il compito dell’affermazione di una identità, quella
femminile, spesso schiacciata dal machismo e dalla sopraffazione (ovviamente
tutta al maschile).
Proprio per questo
vogliamo riportare un passaggio di poche righe ma molto significativo estratto da un articolo
pubblicato sulla rete studentesca e scritto proprio da Stefania cui non è
necessario aggiungere altre parole:
“A coloro i quali pensano ancora che il
“femminismo” sia l’estremo opposto del “maschilismo”: non risulta da nessuna
parte che quest’ultimo sia mai stato un movimento culturale, né, tanto meno,
una forma di emancipazione!”
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