martedì 4 ottobre 2011

Cenerentola 2011

E' successo a due passi dalla mia città, e  ho avvertito una stretta allo stomaco nell'apprendere la notizia. Per questo  ho deciso di scrivere questa nota.
Argomento: il crollo della palazzina a Barletta.
Svolgimento: nella vecchia palazzina era allestito un opificio, o come diciamo noi autoctoni, un laboratorio.
Alcune lavoratrici sono rimaste sotto le macerie, pare ci siano delle vittime.
Ci voleva una tragedia simile per tornare a parlare di quello che co.co.co, co.co.pro. e vari precariati occasionali hanno tentato di offuscare: il lavoro nero è vivo e gode di ottima salute.
In una struttura non a norma, ogni mattina, Cenerentole moderne vanno a faticare tutto il giorno per 400/500 euro al mese, senza la minima tutela sindacale o previdenziale.
Anche se solo per una stagione, io sono stata una di loro. So cosa vuol dire essere prelevate da casa da un furgone che non somiglia neanche lontanamente alla carrozza delle fiabe, so come ci si sente a lavorare e ad avere il fiato sul collo della kapò  di turno che bada affinchè non si alzi la testa dal tavolo di lavoro, so quanto pesa nelle ossa la stanchezza del ritorno a casa. Mamme, figlie, amiche, sorelle, minorenni  che cercano di arrotondare magri introiti familiari.
Mia sorella ci ha guadaganto due ernie, perché il capo preferiva investire nello sfarzoso matrimonio della figlia piuttosto che in un pedale nuovo per la macchina asolatrice. Io invece ci ho guadaganto una bronco-polmonite, perché l'elegante azienda nella quale lavoravo e che distribuiva il suo lavoro a tutti i mutandari della zona, riteneva inopportuno tenere a lungo acceso il riscaldamento, così eravamo costrette a lavorare con i piumini addosso. Da allora, quando sento "puzza di mutandaro", entro in allarme. Io svolgevo un lavoro d'ufficio, ma la puzza la sentivo lo stesso quando sul desktop del computer vedevo l'icona delle rate della porsche del titolare. Ci ho ripensato spesso a quell'icona, nelle tre settimane in cui ho tossito, sputato muco e ridotto il mio CULO a un colabrodo a furia di iniezioni di antibiotico.
Ma la malattia in fondo mi ha salvata. Ho dato un senso nuovo a tutto, ho cambiato la mia vita. Ma chi la cambia la vita di queste donne che non saranno mai eroine, che vedono i loro sogni incepparsi in un ingranaggio che si fa il possibile per mantenere oscuro, inesistente o peggio ancora, normale?
Quante cose può essere una donna. Black Mamba, La Sposa, Beatrix Kiddo. Bill, invece, è solo Bill e prima di essere il suo amante era il suo capo. Curioso, no? La fine è nota.


Loredana Mastrototaro

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