martedì 30 agosto 2011

Redditto di cittadinanza per gli studenti

A Barletta sperimentazione su 100 giovani. Sel: “Ora serve una legge regionale come in Toscana e Liguria.



Alcuni giorni fa il consiglio comunale di Barletta ha approvato un reddito di cittadinanza per i “soggetti in formazione”, ovvero per gli studenti dai 16 ai 26 anni, i quali riceveranno un assegno mensile erogato appunto dal Comune. La sperimentazione sarà avviata da subito su un campione di almeno 100 soggetti.

Questo è il risultato di mesi di studio della Rete degli Studenti Medi e l’Arci, di giovani dunque impegnati nel sociale ed in politica che hanno lavorato con convinzione all’elaborazione di una proposta di reddito per una delle fasce della popolazione locale su cui nessuna istituzione investe né riconosce come soggetto di diritti di tipo economico e sociale.

Si tratta di un risultato sia di principio, se si considera la “scarsa” propensione delle istituzioni a riconoscere dignità sociale ai soggetti più deboli della società, sia di contenuto, poiché l’effettiva erogazione di un reddito permetterà agli studenti di affrontare con minor disagio quelle che sono le spese vive che comporta lo studio in relazione anche al tempo di vita impiegato sotto il profilo della conoscenza di cui esso consta.

La pietra è stata lanciata. Un piccolo ma importante primo traguardo come questo fa ben sperare, e soprattutto può dare il via ad una serie di altre proposte ed iniziative nell’alveo del concetto di reddito di cittadinanza a cui non si deve ora più che mai rinunciare.

Le diseguaglianze economiche nel nostro Paese, come nelle nostre città sono ormai insopportabili. La precarietà ha investito non solo il tempo di lavoro ma anche quello di vita e spinge sempre più soggetti all’emarginazione sociale ed all’isolamento.

Il vero nucleo di una battaglia per il reddito di cittadinanza è costituito dall’affermazione della dignità di tutti quei soggetti – studenti, disoccupati, inoccupati, precari – che sono il motore propulsore del cambiamento del Paese, che condividono conoscenza, che si aggregano in movimenti, partiti, associazioni per trovare un terreno comune su cui confrontarsi, fare proposte ed ottenere il riconoscimento di diritti altrimenti ignorati o calpestati.

Quei soggetti dedicano il loro tempo di vita alla ricerca di un mondo migliore possibile, che includa anziché escludere, che legiferi sulle cause importanti del presente, che riveda la distribuzione delle risorse e faccia della lotta ai privilegi una battaglia prioritaria. Reddito per il tempo di vita “produttivo” in questo senso è inteso come giusto riconoscimento all’attività che quotidianamente si realizza sulla rete, nelle sedi o nelle piazze e che nessuno retribuisce. Reddito per contrastare il lavoro nero. Reddito per indirizzare i giovani alle occupazioni che più si confanno ai loro talenti e capacità. Il reddito, in definitiva, sta al precariato come il salario stava al lavoro stabile.

Bisogna muoversi, a partire dal livello locale, per spronare i soggetti istituzionali a riconoscere in questi obiettivi una reale priorità nell’attuale contesto di crisi. Le regole del mercato libero hanno lasciato come strascichi la precarietà ed a volte la povertà per intere generazioni. Il sistema può e deve invertire la rotta partendo dal basso e rilanciando un’idea di uguaglianza sostanziale che da tempo è rimasta solo nelle lettere della Costituzione. Il sentiero è impervio, ma la strada è quella giusta: è quella delle reali pari opportunità.

L’esito della battaglia barlettana sia per noi un’ulteriore stimolo a proporre e a rilanciare fino ad ottenere risultati concreti. Alla luce di quanto fatto anche in altre regioni italiane, come la Toscana e la Liguria, è possibile sin d’ora pensare ad una proposta di legge regionale che includa sia una parte di reddito erogato in forma monetaria, sia la riduzione dei costi per l’accesso ad alcuni servizi, come i trasporti, le attività culturali e sportive, o l’esenzione totale per l’acquisto di libri scolastici e universitari. Ma ci sono molteplici possibilità per la formulazione di una proposta congrua con le possibilità della Puglia. Lo stesso vale per le altre Regioni.

La prospettiva di un futuro ancora più incerto del presente ci deve stimolare in questo senso, in un’azione in controtendenza che renda quanti più soggetti partecipi di una campagna di sensibilizzazione prima e di azioni mirate poi e che risulti sin da ora come una sfida che riguarda tutti i giovani del territorio.

Facciamo rete per condividere informazioni di base relative al reddito di cittadinanza. Creiamo eventi. Incontriamoci e discutiamo. Tutti siano i benvenuti, perché tutti sono soggetti riconosciuti come parte attiva di questa battaglia.




Silvana Pollice

Sinistra Ecologia e Libertà – Andria



Per approfondimenti sul tema:


http://www.youtube.com/watch?v=SgXUL3qEiYI&feature=player_embedded


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