Il rebus del nuovo ospedale
Due
conferenze dei Sindaci della Bat, tenutesi rispettivamente il 21
settembre e il 14 Novembre, hanno deciso di non decidere,
sull’ubicazione del nuovo ospedale che deve sorgere in agro di Andria.
Alla vigilia della prima conferenza, come partiti di opposizione,
sollecitavamo la conferenza dei Sindaci ad assumere una decisione in
merito, perché “Una classe dirigente seria deve assumersi le proprie
responsabilità per governare le vicende del territorio”. A nulla è
servito il nostro appello, poiché c’è stata un’altra conferenza che è
terminata con una fumata grigia.
Perché la conferenza dei Sindaci
non riesce a trovare la quadra sull’ubicazione del nuovo ospedale,
nonostante la stessa è a maggioranza di centrodestra?
Secondo noi,
la decisione non è stata assunta per due motivi. Il primo sono le
elezioni amministrative del 2012 che interesseranno le Città di Canosa e
di Trani e quindi non si decide perché si temono le ricadute, in
termini di consenso, che una decisione avrebbe potuto provocare. Il
secondo motivo, è dettato sempre da ragioni politiche (con la p
minuscola), dovute alle spaccature interne al centrodestra cittadino
(che vede schierati su fronti opposti le due massime cariche cittadine) e
provinciale. Ancora una volta, si sta giocando una lotta politica sulla
pelle e sulla salute delle persone che, a causa del continuo rinvio,
potrebbe veder svanire la possibilità di aver un nuovo ospedale perché
si perderebbero i fondi a ciò destinati.
Le diatribe interne non ci
interessano e pensiamo che sia davvero desolante che ci si stia
attardando sulla decisione solo per questioni politiche di basso borgo.
Siccome riteniamo rappresentare una classe dirigente seria e
responsabile, vogliamo rendere pubblica la nostra posizione. Non
possiamo e non dobbiamo perdere questo treno, che rappresenta una vera e
propria possibilità di crescita e di miglioramento dei servizi sanitari
per il nostro territorio.
Secondo noi, il primo criterio da seguire
deve essere quello dell’ individuazione di un’area di proprietà
pubblica. Scelta dettata dal fatto che in periodi di magra, come quello
che stiamo attraversando, non possiamo permetterci di sperperare danaro
pubblico per gli espropri e inoltre non dobbiamo porgere il fianco a chi
potrebbe speculare sulla compravendita dei suoli.
Se le eventuali
aree pubbliche fossero interessate da condizionamenti oggettivi devono
essere dimostrate le soluzioni possibili per la loro mitigazione,
affinchè sia ben chiaro a tutti il rapporto costro-benefici.
Se, in
ultimo, dalla precedente valutazione si dovesse evincere con estrema
chiarezza l’impossibilità (a vario titolo) di poter ricorrere a
qualsivoglia area pubblica, si dovrà procedere all’individuazione di
suoli privati che non siamo sottoposti ad alcun vincolo, la cui
individuazione dovrà avvenire mediante avviso pubblico. A tal
proposito, ci é giunta voce che sarebbero state già individuate 2
possibili aree private,senza vincoli, compatibili con l'estensione
necessaria e la centralità rispetto ai comuni di Andria(il più vicino in
entrambe)ed i comuni di Corato-Trani e Canosa di Puglia. Se questo
corrisponde a verità, il Sindaco e la conferenza dei Sindaci, cosa o chi
aspettano per rendere pubbliche tali proposte?
Il secondo criterio,
riguarda il bacino di utenza che l’ospedale dovrebbe servire. Poiché
l’ospedale previsto dovrebbe avere una capienza di 350/400 posti letto,
il bacino di utenza da prendere in considerazione è costituito da circa
250.000 persone. Tale bacino deve considerare la popolazione non solo
della Bat, ma anche di province limitrofe, perché la programmazione dei
nuovi ospedali è avvenuta a livello regionale e tale programmazione
tiene conto non dei limiti territoriali delle singole asl o province, ma
tiene in considerazione il numero di abitanti e la vocazione del
presidio ospedaliero. Quello in questione dovrebbe essere polo
dell’urgenza- emergenza.
Altro criterio da tenere in considerazione,
è la facilità di raggiungimento da parte dell’utente e dei mezzi di
soccorso. Prima di parlare di “facilità di raggiungimento”, è necessario
un vero e proprio cambiamento culturale del modo di concepire quelle
che devono essere le funzioni assolte dall’ospedale. È necessario che si
diffonda la cultura della deospedalizzazione, che consideri l’ospedale
come extrema ratio. La maggior parte delle funzioni che oggi sono svolte
dall’ospedale, devono essere assolte da una capillare rete di strutture
territoriali (le cosiddette case della salute).L’attuale ospedale
Bonomo, per il quale esiste il vincolo di donazione da parte della
famiglia Bonomo per il padiglione ex-Pediatria primo nucleo di
costruzione, dovrà svolgere proprio questa funzione, cioè dovrà dare
risposta alle necessità di diagnosi e cura, eccetto le urgenze. Quindi,
portare l’ospedale fuori dal centro cittadino, non significa che
l’utente per un semplice prelievo o per una radiografia deve recarsi
presso il nuovo ospedale, ma continuerà a recarsi presso l’attuale
struttura ospedaliera (di cui bisognerà conservare l’attuale parte
dedicata ai servizi, Radiologia, Laboratorio di analisi, ecc…) che con
gli specialisti ambulatoriali e una maggiore integrazione con i medici
di famiglia, servirà a offrire migliori servizi territoriali di base,
con una conseguente riduzione dei tempi di attesa. Per l’andriese che
avrà necessità di raggiungere l’ospedale per le urgenze, non cambierà
nulla, perché ci sarà la postazione del 118, locata nella stessa
struttura, che provvederà a trasferire l’utente.
È arrivato il
momento di decidere, sia perché rischiamo di perdere i fondi necessari
per il nuovo ospedale, sia perché rimandando ulteriormente la decisione,
i 56 mesi (dalla data di individuazione dell’area) che dovranno
decorrere, nella ipotesi più veloce, per vedere realizzato il nuovo
ospedale, non partiranno mai.
È necessario un atto di responsabilità
da parte della Conferenza dei Sindaci, che speriamo possa assumere una
decisione definitiva nel minor tempo possibile, da indirizzare alla
Regione e alla Asl Bat.
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