giovedì 15 dicembre 2011

Il rebus del nuovo ospedale

Due conferenze dei Sindaci della Bat, tenutesi rispettivamente il 21 settembre e il 14 Novembre, hanno deciso di non decidere, sull’ubicazione del nuovo ospedale che deve sorgere in agro di Andria.
Alla vigilia della prima conferenza, come partiti di opposizione, sollecitavamo la conferenza dei Sindaci ad assumere una decisione in merito, perché “Una classe dirigente seria deve assumersi le proprie responsabilità per governare le vicende del territorio”. A nulla è servito il nostro appello, poiché c’è stata un’altra conferenza che è terminata con una fumata grigia.
Perché la conferenza dei Sindaci non riesce a trovare la quadra sull’ubicazione del nuovo ospedale, nonostante la stessa è a maggioranza di centrodestra?
Secondo noi, la decisione non è stata assunta per due motivi. Il primo sono le elezioni amministrative del 2012 che interesseranno le Città di Canosa e di Trani e quindi non si decide perché si temono le ricadute, in termini di consenso, che una decisione avrebbe potuto provocare. Il secondo motivo, è dettato sempre da ragioni politiche (con la p minuscola), dovute alle spaccature interne al centrodestra cittadino (che vede schierati su fronti opposti le due massime cariche cittadine) e provinciale. Ancora una volta, si sta giocando una lotta politica sulla pelle e sulla salute delle persone che, a causa del continuo rinvio, potrebbe veder svanire la possibilità di aver un nuovo ospedale perché si perderebbero i fondi a ciò destinati.
Le diatribe interne non ci interessano e pensiamo che sia davvero desolante che ci si stia attardando sulla decisione solo per questioni politiche di basso borgo.
Siccome riteniamo rappresentare una classe dirigente seria e responsabile, vogliamo rendere pubblica la nostra posizione. Non possiamo e non dobbiamo perdere questo treno, che rappresenta una vera e propria possibilità di crescita e di miglioramento dei servizi sanitari per il nostro territorio.
Secondo noi, il primo criterio da seguire deve essere quello dell’ individuazione di un’area di proprietà pubblica. Scelta dettata dal fatto che in periodi di magra, come quello che stiamo attraversando, non possiamo permetterci di sperperare danaro pubblico per gli espropri e inoltre non dobbiamo porgere il fianco a chi potrebbe speculare sulla compravendita dei suoli.
Se le eventuali aree pubbliche fossero interessate da condizionamenti oggettivi devono essere dimostrate le soluzioni possibili per la loro mitigazione, affinchè sia ben chiaro a tutti il rapporto costro-benefici.
Se, in ultimo, dalla precedente valutazione si dovesse evincere con estrema chiarezza l’impossibilità (a vario titolo) di poter ricorrere a qualsivoglia area pubblica, si dovrà procedere all’individuazione di suoli privati che non siamo sottoposti ad alcun vincolo, la cui individuazione dovrà avvenire mediante avviso pubblico. A tal proposito, ci é giunta voce che sarebbero state già individuate 2 possibili aree private,senza vincoli, compatibili con l'estensione necessaria e la centralità rispetto ai comuni di Andria(il più vicino in entrambe)ed i comuni di Corato-Trani e Canosa di Puglia. Se questo corrisponde a verità, il Sindaco e la conferenza dei Sindaci, cosa o chi aspettano per rendere pubbliche tali proposte?
Il secondo criterio, riguarda il bacino di utenza che l’ospedale dovrebbe servire. Poiché l’ospedale previsto dovrebbe avere una capienza di 350/400 posti letto, il bacino di utenza da prendere in considerazione è costituito da circa 250.000 persone. Tale bacino deve considerare la popolazione non solo della Bat, ma anche di province limitrofe, perché la programmazione dei nuovi ospedali è avvenuta a livello regionale e tale programmazione tiene conto non dei limiti territoriali delle singole asl o province, ma tiene in considerazione il numero di abitanti e la vocazione del presidio ospedaliero. Quello in questione dovrebbe essere polo dell’urgenza- emergenza.
Altro criterio da tenere in considerazione, è la facilità di raggiungimento da parte dell’utente e dei mezzi di soccorso. Prima di parlare di “facilità di raggiungimento”, è necessario un vero e proprio cambiamento culturale del modo di concepire quelle che devono essere le funzioni assolte dall’ospedale. È necessario che si diffonda la cultura della deospedalizzazione, che consideri l’ospedale come extrema ratio. La maggior parte delle funzioni che oggi sono svolte dall’ospedale, devono essere assolte da una capillare rete di strutture territoriali (le cosiddette case della salute).L’attuale ospedale Bonomo, per il quale esiste il vincolo di donazione da parte della famiglia Bonomo per il padiglione ex-Pediatria primo nucleo di costruzione, dovrà svolgere proprio questa funzione, cioè dovrà dare risposta alle necessità di diagnosi e cura, eccetto le urgenze. Quindi, portare l’ospedale fuori dal centro cittadino, non significa che l’utente per un semplice prelievo o per una radiografia deve recarsi presso il nuovo ospedale, ma continuerà a recarsi presso l’attuale struttura ospedaliera (di cui bisognerà conservare l’attuale parte dedicata ai servizi, Radiologia, Laboratorio di analisi, ecc…) che con gli specialisti ambulatoriali e una maggiore integrazione con i medici di famiglia, servirà a offrire migliori servizi territoriali di base, con una conseguente riduzione dei tempi di attesa. Per l’andriese che avrà necessità di raggiungere l’ospedale per le urgenze, non cambierà nulla, perché ci sarà la postazione del 118, locata nella stessa struttura, che provvederà a trasferire l’utente.
È arrivato il momento di decidere, sia perché rischiamo di perdere i fondi necessari per il nuovo ospedale, sia perché rimandando ulteriormente la decisione, i 56 mesi (dalla data di individuazione dell’area) che dovranno decorrere, nella ipotesi più veloce, per vedere realizzato il nuovo ospedale, non partiranno mai.
È necessario un atto di responsabilità da parte della Conferenza dei Sindaci, che speriamo possa assumere una decisione definitiva nel minor tempo possibile, da indirizzare alla Regione e alla Asl Bat.

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